giovedì 28 ottobre 2010

Nel cuore della Montagna Madre

La Majella: la “Montagna Madre” così viene chiamata da noi Abruzzesi, particolare per la forma di una donna e il paesaggio aspro e selvaggio. Le elevazioni più importanti sono: M. Amaro (2793 m.) la seconda cima più alta dell’ Appennino, M. Acquaviva (2737 m.), M. Focalone (2676 m.), M. S. Angelo (2669 m.), M. Pesco Falcone (2657 m.), M. Macellaro (2636 m.), C.ma delle Murelle (2596 m.), C.ma dell'Altare (2542 m.) ecc.



Le zone che ho esplorato ad agosto 2010 rappresentano i luoghi più affascinanti e insidiosi della Majella, caratterizzate da gole profonde e da valli con forme ad “U”.
Fara S. Martino noto paese per i pastifici, questo è il mio punto di partenza con accesso alle Gole di S. Martino (450m) dove riesco ad addentrarmi nella terra selvaggia della “Montagna Madre”.

Risalgo il Vallone di S. Spirito fino a Bocca dei Valloni proseguendo per il fitto bosco di faggi dove ha inizio la Valle di Macchialunga. Giunto al Milazzo, (nota grotta della zona dove vi rifugiavano i pastori di un tempo) faccio rifornimento d’acqua e tengo la destra per il Piano della Casa (1730 m),

qui piazzo la tenda in una radura riparata dai faggi e mi preparo per la notte.

Il giorno seguente sveglia alle 4:30, la notte è stata lunga, si dorme scomodi in tenda ma la voglia di scarpinare fino a M. Amaro sovrasta tutti i mali. Dopo una colazione abbondante indosso lo zaino che ho preparato la sera prima e via!! Si parte!!! Il mio itinerario è salire alla C. ma dell’Altare (2542 m), attraversare i Piani Amari  salire sul M. Amaro (2793 m) e scendere da Valle Cannella. E’ ancora buio e cerco di farmi luce con una lampadina, attraverso il Piano della casa per prendere il sentiero che mi ricongiunge a Valle di Macchialunga (Sala del Monaco).

Davanti a me ho l’enorme valle, sulla sinistra la C. ma dell’Altare, sotto la Grotta dei Diavoli e in fondo riesco a vedere l’inizio di Valle Cannella. Spuntano i primi raggi di sole e le pareti della valle cambiano colore, somigliando ad un canyon.

C’è ancora tanto da camminare sono ancora all’inizio di quella che si prospetta una splendida giornata nel vero senso della parola. Arrivo alla fine di Macchialunga e comincio a risalire il lato sinistro di Valle Cannella; il sentiero non esiste e faccio molta fatica ad alzarmi di quota perché il terreno è composto di ghiaia che mi fa indietreggiare. Sono quasi vicino ai Piani Amari, il sole è alto e si riflette sul mare che vedo all’orizzonte. 

Finalmente arrivo nell’altopiano e mi dirigo verso la C. ma dell’Altare, ai miei occhi si apre un panorama fantastico: 


davanti a me ho tutta la costa del Mare Adriatico, la pianura, il lago di Casoli, C. ma Tarì (1467 m), la Valle di Macchialunga e il Piano della Casa, alla mia sinistra Monte Acquaviva,

                                                                              
a destra la Valle dello Stincone,

                                                                                  
alle mie spalle Valle Cannella e in lontananza M. Amaro.

                                                                
Rimango incantato dalla vista spettacolare e decido di rimanere lì per un po’, approfittando della splendida giornata che mi ha risparmiato nuvole balorde. Dopo circa 30 minuti decido di ricominciare a marciare perché voglio arrivare in vetta entro le 12:00 così posso ripararmi un po’ dal sole rifocillandomi al Bivacco Pelino; attraverso i Piani Amari e a mano a mano il M. Amaro si fa sempre più vicino. La sua scalata è molto faticosa, il sentiero ripido non concede tregua per circa 30 minuti, adesso capisco perché ha preso questo nome.
Sono arrivato, che emozione!!!!!

                                                                    
Ripeto non c’è una nuvola, la vista è a 360° ho il centro-sud ai miei piedi è INCREDIBILE!!!!! Riesco a vedere il Mare Adriatico e il Mar Tirreno. 



Non ci sono parole per descrivere queste sensazioni particolari, mi sento come un bambino che va ad un parco giochi, come prima volta sul M. Amaro sono più che soddisfatto, credo che giornate così limpide si contano su un palmo di mano e mi ritengo molto fortunato.
Mi fermo a pranzare, purtroppo fuori dal bivacco perché è inagibile l’incoscienza della gente non ha paragoni; chi distrugge i bivacchi e i rifugi non ha rispetto per gli altri e neanche per se stessi, mi ha colpito una frase incisa su una lapide posizionata vicino all’ igloo rosso “….. se sei arrivato fin qui vuol dire che ti piace la montagna, quindi porta rispetto per essa …..” forse per questa gente non ha alcun significato. Bene!!! Finisco il pranzo e a malincuore inizio la discesa, lasciando quel paradiso sospeso nell’aria dove ti sembra di toccare il cielo con un dito; mi dirigo verso Valle Cannella passando vicino al Rif. Manzini, la Valle è molto suggestiva per i suoi profondi inghiottitoi e più in basso troviamo dei prati dove le pecore si spingevano fin qua su per pascolare.

                                                                    
Mi ricongiungo con il sentiero che ho abbandonato la mattina per salire ai Piani Amari ed essendo in largo anticipo con la tabella di marcia, decido di deviare verso la Grotta dei Diavoli, quindi costeggio il lato destro di Valle Macchialunga senza perdere quota e in 10 minuti sono alla grotta. Finalmente un po’ d’ombra!!!!! Mi rinfresco  bevendo dell’acqua di sorgente e per guadagnare tempo, decido di scendere in Valle grazie a un ghiaione che mi porta diretto alla Sala del Monaco e prendo la strada del ritorno per il campo base dove mi aspetta una bella cena abbondante. Con un bel sorriso stampato in faccia e con molta stanchezza addosso vado a dormire cercando di recuperare un po’ di sonno.
Il giorno dopo mi alzo tardi e a malincuore preparo lo zaino per tornare a casa. Lasciare questi posti è per me una grande sofferenza, ma mi rincuoro a pensare che posso tornare quando voglio; la Majella è riuscita a stupirmi e mi ha regalato tre giorni indimenticabili. Essa mi ha visto crescere è quindi per me una vera “mamma”, da ragazzino andavo spesso nei suoi fitti boschi per scoprire luoghi insidiosi e selvaggi, lei mi ha insegnato a rispettarli e dopo tanto tempo e riuscita a ripagarmi dandomi l’occasione di conoscerla fino in fondo con i suoi colori, le sue forme e i suoi odori cose che solo chi ha un amore profondo per la montagna può apprezzare.
Arrivederci “Montagna Madre” alla prossima avventura.

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